Il paradiso.

Se c’è una cosa che adoro fare è andare alla Feltrinelli. Da piccolo non ero un amante dei libri, detestavo quando gli insegnanti di italiano (e non) mi assegnavano libri da leggere e finiva sempre che cercavo il riassunto su internet quando mamma non era attenta. Mi seccava terribilmente stare a leggere libri che non avevo scelto dei quali poi avrei dovuto discuterne in classe; mi seccava perché potevo usare quel tempo per fare altro. Non sono mai stato un amante delle perdite di tempo e non lo sono tutt’ora.

In questi anni ho scoperto una passione nuova: la lettura. Ho scoperto che mi piace leggere e che ci sono alcuni generi che mi intrigano davvero tanto. Inoltre ho scoperto che mi piace andare in librerie come la Feltrinelli, essere sommerso dai libri. Entrare ed ascoltare il silenzio assordante di centinaia di persone intente a scegliere libri. Mi piace aprire un libro a caso e leggere le prime righe per poi comprarlo se le sensazioni sono state positive. Mi piace passare dalla narrativa ai romanzi storici, dalle letture politiche o mediche fino ai fantasy. Mi piace essere sommesso da così tanti libri perché mi fanno sentire al sicuro; al sicuro da tutto ciò che è reale e che non trovo scritto con l’inchiostro su un pezzo di carta. Ecco che il paradiso è un po’ come una libreria, un luogo di pace dove gli impulsi dell’uomo vengono bloccati dalla lettura perché la lettura è ricerca di se stessi, perché leggere fa crescere.

Tutti dovremmo andare più spesso in libreria; dovremmo andare alla ricerca di noi stessi guidati dalla mano sapiente di autori che riescono ad descriverci senza conoscerci, ad emozionarci senza parlarci di persona, ad esaltare il nostro essere più vero.

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