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Presentazione

Ciao a tutti. Sono un ragazzo di 20 anni, studente all’università. Sono meridionale ma per motivi di studio mi sono dovuto trasferire al Nord. Forse vi starete chiedendo perché un ragazzo di 20 anni si metta a scrivere un blog. Beh la verità è che non lo so nemmeno io. Sento la necessità di scrivere i miei pensieri come mai è successo in vita mia. Non voglio dire molto su di me tramite questa presentazione che volutamente è scarna perché ho deciso di presentarmi, cioè presentare il mio carattere e il mio modo di essere, attraverso titoli, contenuti e immagini che volta per volta pubblicherò nel mio blog. Pertanto questo blog per me è l’occasione di raccontarmi non avendolo mai fatto con nessuno prima d’ora e neppure con me stesso. Il titolo del blog richiama un quadro di Caspar David Friedrich intitolato appunto “Il viandante sul mare di nebbia” ed è stata una scelta simbolica in quanto mi rivedo molto nel personaggio in questione. Nel motto del blog ho poi citato “Zibaldone di pensieri” di Giacomo Leopardi perché questo blog vuole essere appunto una raccolta di miei pensieri su tutto ciò che sento di comunicare. Non so quanti di voi hanno visto la serie “Sherlock” (una delle mie preferite in assoluto); all’inizio il dottor Watson scrive un blog per superare lo shock post traumatico dovuto ad un passato militare. Io scrivo invece perché mi va di farlo e perché penso che, così come per il dottor Watson, scrivere possa aiutarmi a superare una fase un po’ difficile della mia vita.

Buona lettura.

Full metal jacket

Ieri sera ho visto per la prima volta Full Metal Jacket. Ovviamente avevo tanto sentito parlare di questo film, del suo regista e della grandezza di entrambi. Non voglio oggi recensire il film né tantomeno voglio analizzare le sue tematiche. Però, sia durante che dopo la visone, è nata in me una riflessione. La prima parte del film vede protagonisti un gruppo di soldati del corpo dei marines in addestramento. Sono sottoposti a continue umiliazioni e ad allenamenti molto duri, vengono strapazzati a destra e a sinistra. Ma tutto si fa più concreto nel soldato “palla di lardo”. Un ragazzo preso di mira dal suo superiore per la sua scarsa attitudine al lavoro fisico, un ragazzo che fa continuamente errori e viene punito spesso, un ragazzo che viene anche odiato dai compagni e per questo, una notte, viene anche “bullizzato”. Ed è stato guardando tutto questo che mi sono chiesto: quanto la durezza di allenamenti di questo tipo può realmente servire? A cosa servono le umiliazioni, la cattiveria? Colui che uscirà darà un vero uomo?
Non è più probabile che tutto questo generi un cambiamento irreversibile in ciascuno di loro? Si loro non saranno mai più gli stessi.
Infatti il soldato “palla di lardo” poco alla volta cambia, inizia a covare odio e risentimento. Preso dalla follia omicida una sera spara al suo superiore e poi si toglie la vita.
La violenza che genera violenza, la brutalità che porta altra brutalità.
Ho un amico che l’anno scorso ha superato il concorso per entrare nella guardia di finanza. Era felice prima di entrare. Anche lui è sottoposto ad un duro addestramento. Ora lo sento lamentarsi quando capita ancora che ci sentiamo per telefono. Allora io mi chiedo, perché si continua ad educare in questo modo? Trasformano ogni individuo che capiti sotto di loro con la violenza. Ho sempre odiato la violenza, di qualsiasi natura e forma. Perché nessuno ne parla mai?

Ma così arriviamo alla seconda riflessione della serata. Il film continua con il soldato “joker” che si trova in Vietnam. Una serie di eventi lo portano sul campo di battaglia insieme ad un suo ex compagno di corso. Ritroveranno la loro amicizia sul campo di battaglia ma sono circondati solo da morte e distruzione. Palazzi completamente distrutti, amici persi, popolazione decimata, la convinzione di combattere per un ideale superiore. Quante stronzate! Se un ideale ti impone di fare guerra per difenderlo allora non è superiore a nessun altro prima. Quanta distruzione, violenza, odio, quanto risentimento completamente gratuito. Ma perché poi tutto questo? La guerra, come ogni altra forma di violenza, come gli strupri, le violenze fisiche, la prostituzione, il traffico di esseri umani, la mafia; è una montagna di merda! La guerra fa schifo. La violenza fa schifo. Chiunque cerchi di prevaricare sull’altro fa schifo.
La verità è che l’uomo non impara nulla. Sono passati anni e anni ma si commettono sempre gli stessi orrori di sempre. Allora viviamo ancora oggi in un clima di odio come denso, così presente che si fa fatica a restare a galla. Ti inghiottisce, rubandoti l’anima e cambiandoti per sempre. La violenza è presente nella quotidianità di ognuno di noi, è presente quando ascoltiamo di attentati terroristici, quando ascoltiamo di omicidi per una razza superiore, quando un autista prende in ostaggio bambini. La violenza è presente quando leggiamo di abusi, stupri, di sentenze ingiuste e delle mille altre cose che non sentiamo, non vediamo, di cui nessuno parla mai. La violenza è presente quando nel nostro piccolo critichiamo qualcuno, quando calunniamo altra gente, quando trattiamo male chi ha meno di noi, quando vogliamo a tutti i costi prevaricare sull’altro.
Un mondo senza violenza sarebbe magnifico ma è allo stesso tempo un utopia lontana anni luce da noi. Però ognuno può e deve sforzarsi di fare del bene o per lo meno di non far del male. Basta con questo individualismo tossico, il cambiamento deve partire da ognuno. Ed è quello che voglio per me, è quello che sogno per il futuro.

A distanza di alcune settimane,eccomi qui a scrivere nuovamente di me.

Io sono stanco, non ce la faccio più. Mi sono stancato di stare male e sopratutto sono stanco di non stare mai veramente bene. Sono costantemente triste e nulla di ciò che mi circonda sembra darmi quella voglia di vivere attivamente che ho provato in passato. Non ho più interesse in nulla, non mi va di fare nulla. Ma cosa mi sta succedendo? Io odio stare così tuttavia non riesco a fare nulla per migliorare. Sono paralizzato. Che io sia in crisi è evidente da tempo, ma quello che non riesco a spiegarmi è come mai non riesco a reagire. Non mi è mai capitato in vita mia. Mi fa paura, ho paura perché sono convinto che in questo modo potrei soltanto perdermi definitivamente. E io non voglio. Non lo voglio. Non lo voglio.

Personalmente sono sempre stato convinto che c’è sempre una soluzione ad ogni problema, c’è sempre una soluzione vantaggiosa. Tuttavia, in mesi che passo a pensare, non l’ho mai trovata. Non riesco a prendere una decisione perché sono confuso, non so chi vorrò essere in futuro e non so bene quello che voglio. Affido a questo mio blog le mie parole perché non ho quasi nessuno con cui parlarne e tutto questo mi fa sentire ancora più solo per poi sprofondare in una malinconia senza fine.

Grigiore quotidiano

Ho notato ultimamente che non riesco più a studiare come in passato. Può sembrare una cazzata ma, poiché sono uno studente universitario, diventa per me fondamentale. Non riesco più ad emozionarmi, non riesco più ad interessarmi alle discipline come capitava in passato. Tutto è diventato piatto, tutto è grigio. Cosa posso fare per ritornare ad essere come un tempo? Quando macinavo libri, quando ero appassionato mi sentivo un po’ più completo. Mi sono chiesto se il percorso di studio da me intrapreso fosse corretto, se fosse adatto a me ma ogni volta che pensavo al futuro non facevo altro che immaginarmi con quel camice tanto desiderato. Eppure mi manca qualcosa, quando più credo di essere vicino alla verità che possa tranquillizzarmi tanto più mi allontano e tutto diventa grigio.

Le persone che ci circondano.

A volte mi fermo a pensare, le persone che ho intorno a me come sono?

È una domanda difficile. Non ho tante persone intorno a me, ho pochi amici e poi ho la mia famiglia. Nei momenti di difficoltà loro ci sono, mi dimostrano che a me tengono molto. Ed è in questi momenti che mi sento completo. Sono grato di averli al mio fianco perché loro mi salvano ogni giorno senza nemmeno saperlo. Questo è uno dei casi in cui conta la qualità e non la quantità di persone. Loro per me sono speciali, hanno un posto nel mio cuore che sarà per sempre il loro. I pochi veri amici, la mia famiglia. Ma in questi momenti mi chiedo se è vero che le persone che ci stanno intorno sono il riflesso del nostro stesso modo di essere. Perché una cosa so con sicurezza, a queste persone dimostrerò che merito la loro presenza, dimostrerò quanto mi rendono una persona migliore.

In realtà le ho sempre avute al mio fianco ma, per motivi a me incomprensibili, non ero in grado di capirlo. Così mi sono sentito solo anche quando non ero solo.

Ritorno.

È quasi un mese che non scrivo un mio pensiero su questo blog. Forse vi starete chiedendo il perché. Semplicemente perché se scrivo è perché sto male e voglio esternare il mio malessere attraverso la scrittura. Infatti in questo mese sono stato davvero bene, ho avuto giornate felici. Mi alzavo al mattino e andando a lezione pensavo a quanto fossi fortunato, pensavo a quanto fosse bello il mondo che mi circondava. Ero felice e trovavo la bellezza anche nelle cose più insensate. Avrei voluto continuare in quel modo per sempre ma se sono qui a scrivere potete immaginare che non è così.

Tutte le preoccupazioni che avevo sono tornate, tutti i miei piccoli problemi anche. Tutto sembra essere ritornato a qualche mese fa quando era tutto nero. Cosa posso fare ora? Voglio solo tornare ad essere quella persona che ero fino a qualche giorno fa.

Buona giornata.

Confused.

È da un po’ di giorni che sono off. Spento totalmente. Sono confuso e non mi piace. Così ero confuso anche su ciò che sentivo e quindi perché scrivere?

Cosa è cambiato? Forse nulla. In ogni caso penso spesso a cosa voglio essere diventare, fare senza mai trovare la determinazione per farlo. Sarò forse un incapace, forse c’è bisogno ancora di tempo. Io non lo so ma so invece che mi sono stancato di stare in questo limbo. Indecisione e buio, come un equilibrista su un filo che può spezzarsi da un momento all’altro cercando invano di trovare un equilibrio che possa farmi stare più tranquillo.

Non è domenica.

È domenica e tutto tace.

Non si sentono rumori nella città, non si sentono profumi. Era il mio giorno preferito della settimana, grandi pranzi, uscite con amici, in campagna dal nonno, profumi, sensazioni che la rendevano unica. Le partite di calcio, le castagne arrosto, il rumore del carte sul tavolo, il freddo pungente. La domenica era il calore di un camino, l’abbraccio di un famigliare, un giorno speciale.

Ma ora tutto tace e tace così il mio cuore che spento non sa più dove andare. Taccio io che non so come esprimermi, tace la mia anima che non sa chi è.

Questa non è più per me domenica.

Sfogo personale.

Ma in che cazzo di degrado viviamo? Mi disgustano alcuni aspetti della realtà. Ormai tutto è diventato una continua ricerca di piacere e godimento. A tutti piace e piace anche a me ma credo che le cose si siano un po’ invertite. Possibile che la cultura, l’arte, la musica, le scienze, la bellezza siano passate in secondo piano? Vedo gente così presa da soldi, sesso e fama che non riescono a concentrarsi sulle cose veramente importanti della vita. E non venite a rompermi i coglioni con la solita frase “ciò che è importante per te magari non lo è per altri”. Perché puoi avere tutti i soldi del mondo e tutto il successo possibile ma prima o poi finirà, prima o poi si rimane soli. Puoi scopare con tutte le ragazze o ragazzi ma sono cose di un momento, cose che svaniscono.

E quanto odio questo continuo apparire, avere il bisogno di mostrarsi al meglio. Dio quanto mi fa schifo. E mi fanno schifo chi segue questo ‘stile’ di vita. E mi chiederete, ma a te cosa importa? Fai la tua vita e stop. No non è così. Non posso evitare di dire ciò che penso, non posso stare in un angolo e farmi i fatti miei con il tipico atteggiamento dell’italiano medio. Indifferenza, arroganza, edonismo. È facile così che chi non si identifica in questo si senta escluso e strano quando in realtà è l’unica persona normale su questa Terra.